L’UNIONE ESERCENTI CINEMATOGRAFICI ITALIANI ,alla luce della situazione ancora grave in cui versano le sale italiane, ritiene fondamentale interloquire con il Governo nella persona del Ministro Franceschini per ribadire la necessità urgente di intervenire a livello legislativo.
In particolare, UECI pone l’accento sul dato di fatto che, dall’inizio della Pandemia, gli Uffici del Ministero anziché procedere con interventi strutturali a salvaguardia dell’intero Sistema delle Sale Cinematografiche e agire in contrasto alla desertificazione culturale di aree e territori che oramai interessa tutta la penisola, sembrano aver avuto maggiormente a cuore gli interessi di pochi, ma soprattutto delle OTT. È evidente che,ad oggi, non c’è nessun passo avanti rispetto all’esecuzione del mandato conferito al Ufficio del Ministro di fissare le “finestre di sfruttamento ” con termini più utili al Cinema, inteso come esercenti, consumatori e cittadini.
Gli esercenti sono seriamente preoccupati che dopo le prolungate chiusure, i divieti di consumazione all’interno dei cinema e l’obbligo di mascherine, la risposta ai rincari energetici arrivati ed in arrivo sia quella di una programmazione delle pellicole in uscita per la Festa del Cinema che preveda l’abbattimento del prezzo a € 3,50 (concordata con solo alcune sigle sindacali e senza aver interpellato l’esercizio tutto).
Un abbattimento che da una parte danneggia gli Esercenti (gli unici a pagare dazio, ma per un errore di altri!) e dall’altro indirettamente privilegia le sigle sindacali aderenti all’iniziativa che beneficeranno del contributo concordato con il Ministero per il finanziamento della relativa campagna promozionale (beneficio che andrà alle Associazioni e non alle imprese del settore dell’Esercizio Cinematografico).
L’iniziativa, per come appare essere stata deliberata e strutturata, procurerà certamente un danno al mercato al pari di altre precedenti campagne condotte da dette sigle sindacali recentemente sanzionate in via definitiva dall’Antitrust per non meno condizionanti attività.
Questo tipo di iniziative non promuovono la Cultura Italiana ma il clientelismo italiano. Nel comparto di riferimento il DRAMMA del costo delle bollette non colpisce tutti allo stesso modo: chi fa attività di intermediazione, notoriamente attuabile grazie alle relazioni e non alla programmazione in Sala, non subisce il medesimo danno di chi deve tenere strutture spesso mastodontiche aperte ed illuminate per 4 spettacoli al giorno.
La concomitanza dell’uscita delle pellicole della Festa del cinema ed il doveroso silenzio elettorale, sembrano configurare una osmosi, anche non volontaria, fra una campagna culturale ed una promozione elettorale.
“Ci aspettiamo dal Ministero- dichiarano i rappresentanti degli Esercenti UECI-che, in quanto espressione di un Governo dimissionario a Camere sciolte, dovrebbe dedicarsi ad interventi indispensabili a favore dell’intera filiera, e non ad elargire finanziamenti a favore solo di alcuni
Nonostante gli evidenti ritardi, si rinnova la stima nei confronti del Ministero e si rimane in attesa di conoscere le decisioni che codesto Ufficio andrà ad assumere, smentendo, ci si augura, le sopra preannunciate iniziative”.
M.Ilari
