Return to site
Lo Stato di Salute della Cultura
Fonte: PIER PAOLO MOCCI - QUOTIDIANO DEL SUD
Fonte: PIER PAOLO MOCCI - QUOTIDIANO DEL SUD
Imbarazzo e rassegnazione, poi un moto di slancio nell’aver individuato nell’ampliamento di CineCittà un polo attrattivo internazionale per le produzioni cinematografiche e dell’audiovisivo come rilancio del Paese per i prossimi anni.
Il ministro Dario Franceschini ha riferito ieri a Camera e Senato lo stato di salute della Cultura e annunciato come intenderà investire i 5,6 miliardi di euro messi a disposizione dal Recovery Plan, che non sono più gli 8 previsti per via dello scorporo del Turismo. Scorporo, evidentemente, non ancora ben assorbito e digerito visto che nel programma del ministro è centrale la valorizzazione dei piccoli borghi storici patrimonio nazionale come, appunto, forza turistica interna e soprattutto internazionale.
Le prime parole di Franceschini in audizione sono state sommesse e velate da un certo impaccio per aver commesso una sorta di autogol rispetto a quanto annunciato alcuni giorni fa: “Il 27 marzo non riapriranno cinema e teatri, allo stato attuale sarà possibile solo in Sardegna, se lo vorranno”. Era prevedibile che ciò accadesse e sembrava davvero strano che, in una situazione sanitaria ancora instabile ed emergenziale, potessero riaprire sale cinematografiche e teatri per di più al 25% della capienza.
Le notizie sono principalmente due: anche i Libri saranno sostenuti come si fa con il Cinema come "opere di interesse culturale", con sostegni a favore del mondo dell'editoria libraria; e CineCittà verrà ampliata con ulteriori stabilimenti e teatri di posa per attrarre sempre più produzioni internazionali. “L’audiovisivo – ha detto Dario Franceschini – sarà un’industria trainante per il Paese nei prossimi anni e offrirà straordinarie opportunità per i nostri giovani. Sarà un perno fondamentale dello sviluppo economico”.
Incalzato da parlamentari di ogni casacca, indistintamente da compagni di governo e deputati dell’opposizione, il titolare del MIC è stato richiamato ad una più ampia visione, incentivi, benefici e investimenti anche su settori “minori” nell’ampio ventaglio delle espressioni artistiche.
“Ci sarà un G20 della Cultura – ha detto Franceschini – con il ruolo centrale dell’Italia; verranno assunte 6700 persone per potenziare la digitalizzazione e implementare il ministero di figure professionali qualificate; ci sarà un codice dello spettacolo per la tutela dei lavoratori atipici; ci sarà una maggiore sinergia e collaborazione tra MIC e MIUR”.
Dario Franceschini, sulle linee programmatiche del suo dicastero, anche in relazione ai contenuti della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), è stato attaccato dall’on. Vittorio Sgarbi: “Nell’anno della celebrazione di Dante la parola resilienza è oscena e pornografica”, ha incalzato il critico d’arte, mentre il collega di coalizione Federico Mollicone ha premuto su Its Art, la piattaforma streaming chiamata a risollevare il settore: “Potevamo potenziare la Rai con un servizio in più, con ricadute occupazionali, anziché coinvolgere Cassa Depositi e Prestiti e salvare un privato come Chili in una situazione ancora molto confusa”. Sul tavolo del ministero anche la riforma del FUS – Fondo Unico dello Spettacolo e un Tax Credit esteso, oltre al cinema, anche al teatro, alle arti creative, alla musica e allo spettacolo dal vivo.
Unanime il disappunto da parte dei parlamentari seduti ai banchi della Commissione sulla revoca del Turismo (da Mibact a Mic), settori contigui e strettamente collegati. Dopo tre ore circa di istanze e pressioni da parte della Commissione Cultura, il ministro ha ripreso la parola per le conclusioni: “Riaperture? Dipenderà dall’andamento dei contagi, ma non posso indicare una data certa. Su Its Art non possiamo coinvolgere la Rai perché nella sua ragione sociale non è previsto il meccanismo di suddivisione dei proventi ma, vista l’eccezionalità della situazione e della missione di servizio pubblico, se ne può sempre parlare. Dare l’opportunità ad un cittadino di Milano o di Trieste di assistere ad uno spettacolo in scena al San Carlo di Napoli significa stare al passo con i tempi e permettere ai luoghi della cultura e dello spettacolo dal vivo di integrare e vendere ulteriori biglietti”.
Sui 5,6 miliardi di euro a disposizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) del Recovery Cultura il ministro ha ribadito: “Non sono pochi, li sfrutteremo al meglio”.
Il ministro Dario Franceschini ha riferito ieri a Camera e Senato lo stato di salute della Cultura e annunciato come intenderà investire i 5,6 miliardi di euro messi a disposizione dal Recovery Plan, che non sono più gli 8 previsti per via dello scorporo del Turismo. Scorporo, evidentemente, non ancora ben assorbito e digerito visto che nel programma del ministro è centrale la valorizzazione dei piccoli borghi storici patrimonio nazionale come, appunto, forza turistica interna e soprattutto internazionale.
Le prime parole di Franceschini in audizione sono state sommesse e velate da un certo impaccio per aver commesso una sorta di autogol rispetto a quanto annunciato alcuni giorni fa: “Il 27 marzo non riapriranno cinema e teatri, allo stato attuale sarà possibile solo in Sardegna, se lo vorranno”. Era prevedibile che ciò accadesse e sembrava davvero strano che, in una situazione sanitaria ancora instabile ed emergenziale, potessero riaprire sale cinematografiche e teatri per di più al 25% della capienza.
Le notizie sono principalmente due: anche i Libri saranno sostenuti come si fa con il Cinema come "opere di interesse culturale", con sostegni a favore del mondo dell'editoria libraria; e CineCittà verrà ampliata con ulteriori stabilimenti e teatri di posa per attrarre sempre più produzioni internazionali. “L’audiovisivo – ha detto Dario Franceschini – sarà un’industria trainante per il Paese nei prossimi anni e offrirà straordinarie opportunità per i nostri giovani. Sarà un perno fondamentale dello sviluppo economico”.
Incalzato da parlamentari di ogni casacca, indistintamente da compagni di governo e deputati dell’opposizione, il titolare del MIC è stato richiamato ad una più ampia visione, incentivi, benefici e investimenti anche su settori “minori” nell’ampio ventaglio delle espressioni artistiche.
“Ci sarà un G20 della Cultura – ha detto Franceschini – con il ruolo centrale dell’Italia; verranno assunte 6700 persone per potenziare la digitalizzazione e implementare il ministero di figure professionali qualificate; ci sarà un codice dello spettacolo per la tutela dei lavoratori atipici; ci sarà una maggiore sinergia e collaborazione tra MIC e MIUR”.
Dario Franceschini, sulle linee programmatiche del suo dicastero, anche in relazione ai contenuti della Proposta di Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), è stato attaccato dall’on. Vittorio Sgarbi: “Nell’anno della celebrazione di Dante la parola resilienza è oscena e pornografica”, ha incalzato il critico d’arte, mentre il collega di coalizione Federico Mollicone ha premuto su Its Art, la piattaforma streaming chiamata a risollevare il settore: “Potevamo potenziare la Rai con un servizio in più, con ricadute occupazionali, anziché coinvolgere Cassa Depositi e Prestiti e salvare un privato come Chili in una situazione ancora molto confusa”. Sul tavolo del ministero anche la riforma del FUS – Fondo Unico dello Spettacolo e un Tax Credit esteso, oltre al cinema, anche al teatro, alle arti creative, alla musica e allo spettacolo dal vivo.
Unanime il disappunto da parte dei parlamentari seduti ai banchi della Commissione sulla revoca del Turismo (da Mibact a Mic), settori contigui e strettamente collegati. Dopo tre ore circa di istanze e pressioni da parte della Commissione Cultura, il ministro ha ripreso la parola per le conclusioni: “Riaperture? Dipenderà dall’andamento dei contagi, ma non posso indicare una data certa. Su Its Art non possiamo coinvolgere la Rai perché nella sua ragione sociale non è previsto il meccanismo di suddivisione dei proventi ma, vista l’eccezionalità della situazione e della missione di servizio pubblico, se ne può sempre parlare. Dare l’opportunità ad un cittadino di Milano o di Trieste di assistere ad uno spettacolo in scena al San Carlo di Napoli significa stare al passo con i tempi e permettere ai luoghi della cultura e dello spettacolo dal vivo di integrare e vendere ulteriori biglietti”.
Sui 5,6 miliardi di euro a disposizione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) del Recovery Cultura il ministro ha ribadito: “Non sono pochi, li sfrutteremo al meglio”.
