Il nuovo decreto con ristori e sostegni potrebbe già essere varato dal Consiglio dei ministri del prossimo giovedì: ci sono risorse, tra i Fondi previsti dalla legge di Bilancio (a cominciare dai 700 milioni per la cassa integrazione e dai 150 per turismo e automotive) e da ulteriori “importanti” risparmi provenienti dalle pieghe della finanza pubblica. I tempi, e soprattutto le risorse, per mettere mano a tutte le istanze che arrivano da maggioranza, sindacati e imprese non ci sono: Il 24 gennaio infatti è prevista la prima votazione per l'elezione del capo dello Stato e di fatto l'attività legislativa del Parlamento si fermerà. Non è tutto: l'ipotesi dello scostamento di bilancio è stata rinviata a dopo che sarà sciolto il nodo del Quirinale. Vogliamo svegliarci dal letargo in cui siamo caduti e adoperarci, tutti insieme, per ridare vita e futuro alle nostre sale cinematografiche. Nei giorni scorsi si è riunito il Comitato Esecutivo di UECI e dopo una profonda analisi il Gruppo dirigente della Unione Esercenti Cinematografici Italiani ha ribadito alla unanimità la necessità sempre più impellente di porre rimedio ad una serie di problematiche ad oggi non più prorogabili che sintetizziamo come segue:
1) Finestre di sfruttamento
La questione “finestre” non è più procrastinabile. Finestre lunghe anzi lunghissime per le uscite Film dal Cinema alle OTT. Si ritiene infatti che un tempo ragionevole sia il minimo indispensabile per il trasferimento dei film in piattaforma. Con il trend attuale le acquisizioni saranno limitate esclusivamente ai film ritenuti più importanti penalizzando così qualunque opera minore e a loro volta gli autori e lo Stato che per quei film ha concesso contributi. La mancanza di prodotto toglie linfa vitale alle Sale, dalle MonoSala e ai Multiplex innescando un circolo nefasto per tutta la filiera. La Sala DEVE necessariamente tornare ad essere il luogo elettivo, motivo primo della nascita del cinema stesso. Si deve porre fine all’innaturale capovolgimento che si è verificato negli ultimi mesi e questo può avvenire SOLO col ripristino di finestre lunghe. In caso contrario si andrà inevitabilmente verso la fine della Sala Cinematografica.
2) Revoca del divieto di consumazione cibi e bevande
Il provvedimento in essere appare oltremodo discriminatorio e iniquo rispetto ad altre strutture commerciali. Inoltre, in un momento così delicato per la sopravvivenza delle Sale, l’impossibilità di tenere aperti i propri punti ristoro costituisce un ulteriore danno alle imprese già fortemente provate dal calo di pubblico e da mesi di chiusura forzata.
3) Prolungamento CIG.
A fronte del drastico calo delle entrate derivanti da sbigliettamento e dal blocco del food&beverage si chiede la proroga della CIG straordinaria per i lavoratori del Cinema che diversamente sarebbero licenziati.
4) Ristori
Si richiedono con urgenza i ristori ancora mancanti per le perdite di fatturato 2021 e lo stanziamento di nuovi ristori per il 2022. Riteniamo di non dover nuovamente ribadire i concetti a suffragio delle richieste di cui sopra, ampiamente esposti sia verbalmente che per iscritto nei mesi precedenti al Ministro e al suo Gabinetto, così come al Governo. I dati ufficiali Cinetel delle ultime settimane evidenziano l’urgenza delle nostre richieste. Le Sale non possono più aspettare. Emorragia di pubblico, incassi a picco, distribuzioni impaurite intenzionate a bloccare l'uscita di titoli importanti a data da destinarsi, la quarta ondata di Covid sulle Sale Cinematografiche si abbatte come uno tsunami e la doppia pandemia tra variante Delta e Omicron sferra un uno-due che stordisce.
