Siamo davanti alla più grande sfida dal dopoguerra nel “Comparto del Cinema e delle Sale cinematografiche”. E’ l’ultima occasione per mettere il Paese sulla via della crescita e dello sviluppo della nostra Industria - Culturale . Auspichiamo in una profonda consapevolezza da parte della classe dirigente del MIC e di tutte le associazioni che rappresentano le imprese del Mercato Theatrical . Il Paese è stanco, avvilito e insicuro. E’ fondamentale avere una visione di quale Italia , di quale Cinema immaginiamo per i prossimi anni. Il Confronto sulle Norme che regolano il Settore si è incagliato su una decisione unilaterale e irricevibile che ha portato ad un decreto sulle finestre( ora congelato ) . Un decreto che avvantaggia un solo comparto a danno delle sale cinematografiche ( la categoria del comparto più colpita e che per la ripartenza meriterebbero più attenzione e maggior tutela). Assistiamo ad una presa di posizione non concordata che pare voler favorire la vendita più veloce sulle piattaforme che,a differenza delle sale, spesso non non sono soggette a tassazione in Italia. È di fondamentale importanza che tutte le associazioni partecipino alla convocazione del “Tavolo operativo del settore “, utile a concordare un’intesa sulle “finestre “, cosi che il ministro lo possa successivamente tradurre in decreto. I temi da affrontare sono tanti e delicati, in primis approfondendo i dubbi rispetto ad una finestra corta che porterebbe un ingiusto vantaggio alle piattaforme streaming che usufruirebbero anche di una campagna pubblicitaria gratuita. Beneficierebbero passivamente dell’investimento che le sale cinematografiche effettuano nel lanciare i film nelle proprie strutture con affissioni esterne, pagine social e trailer sugli schermi. Milioni di visualizzazioni giornaliere sfruttando la comunicazione dei Cinema. Il ministro è chiamato a tutelare il patrimonio immobiliare delle sale, schiave di un vincolo di destinazione; Questa mancanza di regolamentazione favorisce solo l’industria del web e una decina di imprese del nostro settore a discapito di decine di migliaia di imprese e lavoratori.
