La lunga guerra delle sale cinematografiche contro il Covid
Servono nuove norme e regole certe per un mercato che va riconosciuto
Servono nuove norme e regole certe per un mercato che va riconosciuto
La crisi innescata dal CoronaVirus ha provocato la perdita di tante vite umane. La prima linea sanitaria è l’avamposto dove medici e personale lottano ogni giorno per salvare le persone più fragili e vulnerabili. I vaccini sono la speranza. Trovare invece la cura a tale forma di virus sarà la vittoria finale. I sistemi sanitari e quelli dell’economia reale sono in continua sofferenza. Rigenerare, ricostruire, riposizionare, ripartire e rilanciarsi. Parole da dopoguerra. Ma noi, questa guerra, la stiamo ancora combattendo. Immaginare nuovamente il futuro dopo la fine del Covid. Fondamenta solide per una nuova economia. Dalle macerie si ricostruisce. E’ stato da sempre così. Noi parliamo di Cinema, il nostro mondo, il lavoro che da sempre portiamo avanti dentro Cattedrali di cultura e socializzazione dove, come in una stazione, arrivano e partono treni per il mondo, carichi di una diversità talmente straordinaria che come linfa vitale ha cresciuto e continua a crescere intere generazioni, dal giorno in cui un certo Signor Lumière accese quella luce infinita verso un sogno magico ed unico. Mai come oggi però, abbiamo vissuto una situazione così dolorosa e alienante. Abbiamo provato a ripartire, ma si è trattato sempre di false partenze; ci hanno quasi convinto che eravamo tra gli untori di questa Pandemia e ci siamo ritrovati in ginocchio e lo siamo ancora oggi, dopo l’ennesima speranza persa di fronte ad un futuro incerto e pericolante, mentre nuove tecnologie invasive e restrittive sembrano avere la meglio su quegli schermi grandi come palazzi. Ormai è stato ampiamente dimostrato che i Cinema e i Teatri non sono luoghi dove si contrae il virus. Ma abbiamo pagato un prezzo altissimo per questo. Il Cinema è ad un bivio. L’esercizio Cinematografico è allo stremo. Perdite per oltre un miliardo di Euro e almeno il 40% di attività che potrebbero non riaprire più. Senza contare le 70 aziende che ancora non hanno ricevuto i primi ristori a distanza di un anno dal primo lockdown. Dal 25 ottobre giorno dell’ultima chiusura, siamo rimasti in balia degli eventi, lasciati soli e senza sostegni da chi sembra quasi essersi dimenticato di noi e che invece dovrebbe tutelarci come fa’ un buon padre di famiglia. Servono nuove norme e regole certe perché siamo un mercato e come tale dobbiamo essere riconosciuti. Il legislatore ha il dovere di salvaguardare le Sale vero e unico patrimonio culturale Italiano, serve ripartire con una data certa ma con i dovuti tempi per riprogrammare una vera ripresa REALE e non vincolata da continui stop and go o da riaperture a macchia di leopardo tra Regioni rosse , bianche o arancioni. Occorre che i legislatori ascoltino chi, da sempre, fa questo mestiere e conosce meglio di tutti le dinamiche dei Cinema e dei Teatri territoriali, luoghi essenziali di vita per ogni singolo individuo. Perché una buona qualità di vita di ogni cittadino passa anche attraverso di noi. Perché la cultura non scade mai ma le imprese, gli operatori, intere famiglie senza sostegni adeguati rischiano di sparire. E questa purtroppo è una certezza. Ecco perché c’è assoluto bisogno di mettere in sicurezza questi spazi vitali, fondamentali per la Cultura, culle della socializzazione più genuina, più vera.
